"RIGHT IS RIGHT, LEFT IS WRONG"

martedì 4 maggio 2010


DIFFAMARE IL TEA PARTY


    I liberal stanno presentando il movimento Tea Party[1] come propagatore di violenza e di sedizione. Nel corso di una recente apparizione al The Chris Matthews Show della NBC Joe Klein, editorialista di Time, ha detto che molta della retorica politica infiammata, «[...] specialmente le [dichiarazioni] provenienti da gente come Glenn Beck e, in certa misura, da Sarah Palin, sfiorano davvero la sedizione».
    Naturalmente la sedizione è un crimine: è la rivolta o l’incitamento alla rivolta contro l’autorità dello Stato. Il messaggio di Klein è dunque chiaro: le critiche di parte conservatrice al Presidente Obama equivalgono a un tradimento, specialmente se vengono dagli adepti al Tea Party, i quali esprimono in genere la loro disapprovazione del governo con raduni di protesta.
    Per non essere da meno, l’ex Presidente Bill Clinton ha sfruttato il quindicesimo anniversario dell’attentato terroristico di Oklahoma City[2] per paragonare il partecipanti al Tea Party a dei Timothy McVeigh in potenza.
    «Forza, andate a combattere, fate quello che volete — ha detto Clinton nel suo discorso —. Non dovete per forza essere gentili: potete essere anche duri. Ma dovete stare molto attenti a non far ricorso alla violenza e a non oltrepassare il segno».
    In un intervento di opinione su The New York Times ha poi scritto: «Esiste una grande differenza fra criticare una politica o un politico e demonizzare il governo».
    Queste prese di posizione di Klein e di Clinton sono fuori dalla realtà. Costoro sono ignoranti oppure propagandisti a buon mercato, nonché calunniatori deliberati degli attivisti del Tea Party. Il movimento del Tea Party è pacifico e rispettoso della legge. Si tratta di una pubblica manifestazione di rabbia contro l’espansione senza precedenti del potere dello Stato attuata da Obama e di una forma di libera associazione legale e non violenta che è americana come la mamma e la torta di mele.
    Le accuse contro gli esponenti del Tea Party non sono solo false, ma anche sfacciatamente ipocrite. Durante la presidenza di George W. Bush, il mantra, la litania, della sinistra era “il dissenso è la forma più alta di patriottismo”: apparentemente, questo vale però solo quando alla Casa Bianca abita un repubblicano.
    Ancora, la sinistra contro la guerra si è espressa in passato in critiche così dense di odio da rendere i raduni del Tea Party simili a picnic domenicali. Bush veniva abitualmente paragonato al dittatore nazionalsocialista Adolf Hitler e denunciato come criminale di guerra. Le manifestanti del Code Pink[3] innalzavano simboli che incitavano a uccidere Bush, il quale veniva regolarmente accusato di essere un bugiardo, un imperialista e un fascista. Secondo la letteratura di sinistra il Partito Repubblicano aveva eretto una giunta militare di destra: “Bush-Cheney-Hitler-Halliburton[4]” era il grido del movimento contro la guerra. “Bush ha mentito, la gente è morta” [“Bush lied, people died”], era un altro degli slogan di allora: non erano i conservatori, ma i progressisti che attaccavano Bush ad adottare una retorica incendiaria e violenta.
    Klein e Clinton tacquero quando Hollywood demonizzava Bush, per esempio nel film spregevole e apertamente falso di Michael Moore Fahrenheit 9/11 e così fecero quando l’ex Vice Presidente Al Gore sosteneva che Bush aveva “tradito questo Paese”.
    I democratici e i loro alleati nei media hanno cercato di screditare e di delegittimare la crescita del movimento del Tea Party.
    Hanno tentato di dipingerlo come un gruppo di scontenti razzisti, estremisti, omofobi, assertori della supremazia dei bianchi, nonché di vecchi segretamente nostalgici dei tempi di Jim Crow[4]. Ma tutto questo non è servito: ecco perché la nuova mossa di attacco è di sussurrare che i sostenitori del Tea Party sono simpatizzanti di Timothy McVeigh: fanatici del diritto alle armi e jihadisti anti-governativi che complottano per abbattere con la violenza l’amministrazione Obama. La carta della razza è stata sostituita dalla carta della violenza.
    Gli attacchi contro il Tea Party sono un segnale di disperazione, sono l’ansimare selvaggio e furibondo di un regime liberal corrotto e sclerotico, traballante e sulla via del crollo. L’agenda radicalsocialista di Obama è diventata profondamente impopolare e la maggioranza degli americani crede che la sua politica statalistica sia fallita.
    Ma l’obamismo è qualcosa di più che un tentativo d’imporre il liberalismo statalista del big government a una popolazione che non lo vuole: è una forma di liberalfascismo che minaccia di staccare per sempre l’America dalle sue radici tradizionali e costituzionali.
    Contrariamente alla nozione consueta, fascismo e marxismo non sono opposti ideologici, ma piuttosto gemelli politici maligni, ciascuno dei quali rappresenta una variante di socialismo. Invece di proporsi come campione del proletariato internazionale e della rivoluzione della classe operaia, questo fascismo esalta il primato del collettivismo economico e della razza. È anti-capitalista e anti-semita; propugna una politica basata sull’identità razziale e sullo stato corporativo; si fonda sulla rivoluzione permanente, prendendo di mira un’intera classe della società accusandola di essere composta da rozzi reazionari che ostacolano il progresso della nazione e la modernizzazione della società.
    Cosa più importante, crede nel principio di autorità sul modello del Führer: la nozione, cioè, secondo cui un leader carismatico e messianico incarna le aspirazioni più alte e la volontà collettiva delle masse e opporsi al leader equivale dunque a tradire o, nel gergo di Klein, a "sedizione".
    Negli scorsi quindici mesi Obama ha coinvolto l’America in un disegno nazionalsocialista: ha de facto nazionalizzato le grandi banche, il settore finanziario, il sistema sanitario, i fabbricanti di auto e i prestiti agli studenti. Adesso vorrebbe porre l’economia sotto il controllo federale per mezzo della legge del “cap-and-trade”. La sua politica sta instaurando una sorta di corporativismo: l’alleanza del grande capitale e dei ceti lavoratori più forti sotto un regime statalizzato.
    All’estero, Obama sostiene apertamente dittatori socialisti come il venezuelano Hugo Chavez e il cubano Fidel Castro, che esalta l’Obamacare come un “grande" successo. Sta cercando di istituire una partnership con la Cina comunista e con la Russia di Vladimir Putin. È il presidente più anti-israeliano della storia degli Usa, in quanto cerca di stornare il sostegno americano dallo Stato ebraico.
    In casa, i suoi sostenitori stanno erigendo il culto della sua personalità, denigrando l’opposizione a Obama definendola motivata da ragioni razziali e illegittima. I media liberal sono ossessionati dal colore della pelle e dal numero di bianchi, neri e ispanici che partecipano ai raduni del Tea Party. La politica dell’uguaglianza razziale è diventata la lente ideologica attraverso la quale la sinistra pro-Obama guarda: costoro vedono dappertutto la razza e proiettano la loro ossessione sui critici di Obama, cercando di diffamarli.
   Opporsi al socialismo, a un debito pubblico stellare e alla spesa statale a ruota libera non è tradimento o razzismo: è invece patriottismo razionale e ispirato al buon senso. I tentativi di demonizzare il Tea Party si riducono solo nell’indebolire ulteriormente la credibilità di Obama e la sua stima presso il popolo americano.
  
Note
  [1] Movimento popolare di protesta contro l'attuale governo federale americano che s'ispira al "Boston Tea Party", ossia all'assalto delle navi inglesi cariche di tè, che nel 1776 fu la scintilla che fece scoppiare la Guerra d'Indipendenza.
  [2] A Oklahoma City vi fu un attacco terroristico il 19 aprile 1995 contro un edificio federale in cui morirono 168 persone e ne rimasero ferite oltre 800. Dell'attentato fu riconosciuto autore (1968-2001), reduce della Guerra del Golfo del 1991 che fu giustiziato l’11 giugno 2001 tramite iniezione letale.
  [3] Associazione di donne contro la guerra americana in Iraq.
  [4] La Halliburton è un'azienda multinazionale di Houston in Texas specializzato in lavori pubblici e nello sfruttamento dei giacimenti petroliferi,per la quale ha lavorato l’ex Vice Presidente Dick Cheney. L’azienda è stata accusata di avere spinto per l’impegno americano in Iraq per ragioni commerciali
  [5] Le leggi dette “Jim Crow” — dalla caricatura del negro americano contenuta in una canzone popolare — furono delle leggi locali e dei singoli stati degli Stati Uniti d'America emanate tra il 1876 e il 1965 intese a mantenere la segregazione razziale in tutti i servizi pubblici, istituendo uno status definito di "separati ma uguali" per i neri americani e per i membri di altri gruppi razziali diversi dai bianchi.
 
[23 aprile 2010]


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