"RIGHT IS RIGHT, LEFT IS WRONG"

lunedì 8 febbraio 2010

AMERICA DI OBAMA:
UN TENTATO SUICIDIO?


«Le civilità muoiono suicide, non ammazzate», ha detto il grande storico Arnold Toynbee. Sotto la presidenza Obama, l’America sta perdendo il suo ruolo di superpotenza: è in declino e sta lentamente trasformandosi in una nazione di secondo piano.
   Il crollo americano è avvenuto d'improvviso e di schianto: deficit in crescita, stagnazione economica, compromesso con l’islam radicale e con il socialismo rivoluzionario: la politica di Obama sta erodendo la supremazia dell’America sulla scena mondiale. Se una volta eravamo i maggiori creditori al mondo, ora siamo diventati la nazione più indebitata. Questa settimana, Obama ha presentato il suo budget fiscale per il 2011: 3.800 miliardi di dollari di spese federali sono una cifra mai raggiunta... e il deficit di bilancio arriverà alla cifra record di 1.600 miliardi di dollari.
   L’Amministrazione millanta la necessità di operare “scelte dure”: ma il budget di Obama accresce drasticamente la spesa a favore di progetti cari ai democratici. Obama chiede 25 miliardi di dollari di nuove spese per il progetto Medicaid, 100 miliardi per il cosiddetto “piano del lavoro”, grossi incrementi di spesa per piani di sostegno alle famiglie a basso reddito, per l’istruzione e per la ricerca medica. In totale, le proposte di Obama configurano un aumento di quasi il 30% della spesa federale rispetto al 2008.
  Il suo dissennato programma di “big government”, di “big deficits” e di “big spending” [Stato allargato, ingenti deficit e grande spesa pubblica (ndt)] stanno spingendo l’America verso la bancarotta nazionale. Fra il 2009 e il 2011 Obama avrà aggiunto altri 3.700 miliardi di dollari al debito pubblico. E accumulato più debiti in tre anni che nei 225 anni di storia patria precedente. È la strada verso il suicidio fiscale.
   Il presidente americano sta varando enormi piani di spesa pubblica e deficit incontrollati per conseguire un unico obiettivo fondamentale: un permanente e massiccio incremento delle tasse per consentire all’élite liberal dominante di esercitare un maggior controllo sul settore privato. Obama domanda 2.000 miliardi di tasse in più nei prossimi dieci anni. La sua strategia del tipo “lotta di classe per tosare i ricchi” strozzerà la crescita economica, frenerà l’accumulazione del capitale e bloccherà la creazione di posti di lavoro. La disoccupazione rimane al 10%, e probabilmente crescerà a lungo nei prossimi anni.
   Obama crede di portare a termine il progetto liberal iniziato dal Presidente Franklin D. Roosevelt, FDR. Ma, contrariamente alla mitologia popolare, FDR è stato uno più deleteri leader americani del XX secolo. Il suo New Deal non è riuscito a ristabilire la ripresa economica e ha prolungato la Grande Depressione.
FDR si è scagliato spesso contro i “realisti [nel senso di “monarchici” (ndt)] economici” e contro “le forze dell’egoismo”, imputando a loro la povertà del Paese. La sua guerra contro gli affaristi e i banchieri può aver toccato una corda populista, ma non è servita a ribaltare l’alto tasso di disoccupazione o a far ripartire la produttività industriale. Di fatto, ha gravemente danneggiato la fiducia in economia, ostacolando investimenti e idee imprenditoriali del tutto necessari.
Inoltre, FDR è stato un liberal internazionalista in politica estera. In diplomazia il suo multilateralismo si scontrava con gl’interessi nazionali americani; ha ridotto drasticamente la spesa militare per la maggior parte degli anni 1930 e ha sostenuto il compromesso con la Germania nazionalsocialista. Ha poi deliberatamente omesso di fare il se pur minimo sforzo per salvare gli ebrei durante l’Olocausto, per esempio rifiutandosi di ordinare agli Alleati di bombardare le ferrovie nazionalsocialiste che portavano gli ebrei verso i campi di sterminio. A Yalta ha svenduto l’Europa dell’Est al regime sovietico.
   La politica di FDR ha contribuito allo scoppio della Seconda Guerra Mondiale e ai 50 milioni di morti che è costata, nonché alla schiavizzazione delle nazioni cristiane dell’Est europeo da parte del comunismo. Egli è stato esattamente l'opposto di un grande campione della libertà: è stato un progressista mondialista che demoliva il capitalismo in patria e incoraggiava i totalitarismi nemici dell’America all’estero.
   Obama sta ripetendo molti dei disastrosi errori di FDR. I suoi pesanti aumenti di tasse e la spesa cronicamente in deficit “alla Keynes” minacciano a medio termine la prosperità dell’America. Il suo impulso verso la dilatazione del settore pubblico e verso costosi programmi di allargamento dei diritti stanno esaurendo il settore privato, subordinando il mercato allo Stato burocratico e dominato dalle grandi corporation.
   La sua decisione di garantire i diritti di legge [i cosiddetti “Miranda rights” (ndt)] al “bomber delle mutande” Umar Farouk Abdulmutallab, così come di concedere alla mente degli attacchi dell’11 settembre 2001 Khalid Shaikh Mohammed un processo civile riflette la mancanza di volontà di Obama di sconfiggere il terrorismo islamista. Il suo compromesso con i “mullah apocalittici” dell’Iran sta consentendo loro di procurarsi la bomba a energia nucleare, minacciando potenzialmente di scatenare una guerra che coinvolgerebbe tutto il Medio Oriente. Obama ha tradito l’Europa dell’Est smantellando il promesso scudo antimissile e abbandonando la regione alla sfera d’influenza russa.
   Sta nel contempo indebolendo la forza militare dell’America. Ha ridotto il nostro arsenale nucleare; il suo tentativo di “nation building” in Afghanistan è un altro Vietnam; l’impennata della quantità delle truppe senza una chiara strategia per la vittoria ha impelagato gli Stati Uniti in una lunga campagna di guerriglia, dove si spendono sangue e risorse finanziarie preziosi. L’impulso dato da Obama al servizio esplicito degli omosessuali nell’esercito frantumerà la coesione delle unità, decimerà il morale delle truppe e intaccherà la disciplina: ed è questa la cosa peggiore che un presidente possa fare nel mezzo di due guerre.
   La natura aborre il vuoto. Il declino dell’Occidente è in corso di rimpiazzo da parte delle dinamiche economie capitalistiche dell’Est. La ricchezza — e con essa una sempre maggior potenza — si sta trasferendo all’Asia. Il rivale principale degli Stati Uniti, la Cina, continua un rafforzamento militare senza precedenti. Pechino allo stesso tempo mostra i muscoli e fa incetta di gran parte del nostro debito pubblico. L’America era rispetto alla Gran Bretagna imperiale di un secolo fa ciò che la Cina è per noi oggi: un colosso regionale in ascesa determinato a conseguire l’egemonia globale.
   La politica di Obama ha condotto gli Stati Uniti alla perdita della potenza e del prestigio. Ci ha lasciati più deboli, economicamente, politicamente e militarmente. La sua presidenza è il tentato suicidio dell’America.


[Articolo apparso su The Washington Times del 5-2-2010]

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