IL WATERGATE DI OBAMA
La Casa Bianca è alle prese con un grosso scandalo, uno scandalo che minaccia di disarcionare Obama dalla presidenza. Uno scandalo che potrebbe diventare il suo Watergate[1].
L’uomo al centro della tempesta politica che si sta avvicinando è il deputato Joe Sestak, democratico della Pennsylvania. Questa settimana ha confermato la sua accusa secondo cui un autorevole funzionario della Casa Bianca gli avrebbe offerto un posto di alto livello in cambio del suo ritiro dalle elezioni primarie del partito democratico per il Senato. È ampiamente noto che la posizione offerta fosse quella di segretario alla Marina.Sestak era in gara con il senatore Arlen Specter, fortemente supportato da Obama. Specter aveva abbandonato il Great Old Party (GOP), i repubblicani, l’anno scorso, consentendo ai democratici di superare la soglia di sessanta voti, cioè la maggioranza richiesta per bloccare qualunque tentativo ostruzionistico in Senato. A Washington niente si fa per niente. Quello di Specter era sicuramente un “quid pro quo”: io cambio partito, ma niente concorrenti alle primarie. La Casa Bianca si è prestata gentilmente allo scambio, sforzandosi di fare a Sestak una proposta indeclinabile.
Ma in realtà Sestak l’ha rifiutata e, ironia della sorte, è riuscito a sconfiggere il candidato dell’establishment Specter.
La Casa Bianca è adesso in cattive acque. O Sestak mente, il che significa che è inadatto a rappresentare il popolo della Pennsylvania, oppure dice la verità, cioè che la Casa Bianca gli ha offerto una posizione di alto livello. Sestak ha raccontato senza contraddirsi la medesima storia per mesi: non ha motivo di mentire.
Se quanto riferito è vero — e credo che lo sia —, allora l’amministrazione Obama ha commesso un grave illecito, rendendo la Casa Bianca autrice di "high crimes and misdemeanors"[2], cioè di illeciti puniti con la destituzione.
L’offerta di un posto di lavoro fatta a Sestak non solo è immorale ma anche illegale. Cercare di corrompere un pubblico funzionario attraverso un lavoro o usare metodi analoghi nel tentativo d’interferire in o di manipolare pubblicamente una elezione è un crimine federale, punito con un massimo di un anno di reclusione. La Casa Bianca ha visibilmente commesso parecchi illeciti a base di corruzione e di collusione.
Il deputato Darrell Issa, repubblicano della California e membro autorevole del Comitato di Controllo della Camera e di Riforma del Governo ha chiesto a un pubblico ministero speciale d’indagare sulle accuse di Sestak.
Issa ha detto: "Il deputato Sestak ha continuato a ripetere la stessa storia tutte le volte che gli è stato richiesto, senza variazioni rispetto alla versione originale". E ancora: "La Casa Bianca ha invece ritenuto con arroganza e a torto che le riuscisse di scopar via lo sporco nascondendolo sotto il tappeto".
I repubblicani non dovrebbero chiedere solo un’inchiesta indipendente, ma dovrebbero incentrare sulla questione la loro campagna per le elezioni del prossimo novembre. Il GOP dovrebbe sottolineare con insistenza che, qualora riconquistasse il controllo della Camera e del Senato, porterebbe avanti questa controversia senz’altro fino alle procedure d’impeachment.
Lo scandalo Sestak è l'emblem dell’arroganza e della corruzione che regnano nella Casa Bianca di Obama. Lo “stile Chicago” è arrivato a Washington. Obama si è circondato di squallidi gangster, a partire dal capo del suo staff Rahm Emanuel e dal consigliere politico David Axelrod: due “Chicago boys” che pensano che la politica sia blindare e mantenere il potere. Per costoro, il fine giustifica i mezzi.
La squadra di Obama si è impegnata in un’azione di corruzione senza precedenti pur di attuare pezzi importanti del programma socialista del presidente. Per esempio, durante il dibattito sul servizio sanitario, ha usato miliardi di dollari del contribuente, in un contesto di collusione, per comprare i voti dei congressisti. Il “Louisiana Purchase”[3], il “Cornhusker Kickback”[4], l’offerta di una poltrona di giudice al fratello del deputato democratico Jim Matheson dello Utah, il far convergere fondi federali su progetti locali, come la costruzione di aeroporti “in onore” del deputato democratico Bart Stupak nel suo distretto elettorale del Michigan: tutte queste iniziative sono un colossale imbroglio nei confronti del popolo americano.
Obama sta costruendo cleptocrazia progressista fatta di corruzione trabordante al servizio del liberalismo statalista, uno Stato di canaglie al servizio dello Stato-balia. Offrire un posto di alto livello per impedire a un congressista di sfidare un senatore in carica non è un atto degno di una amministrazione che si fonda nello Stato di diritto e nella democrazia costituzionale: pare piuttosto un atto da regime gangsteristico del Terzo Mondo, che crede di essere al di sopra della legge e che pensa che ogni funzionario pubblico abbia un prezzo.
Dopo la promessa di presiedere la più "trasparente" amministrazione della storia americana, Obama sta disperatamente cercando di bloccare il crescente interesse dei media allo scandalo. Il suo portavoce Robert Gibbs assicura che gli avvocati della Casa Bianca hanno verificato le chiamate telefoniche e che “nulla di inappropriato” vi sarebbe contenuto. Gibbs pretende che gli crediamo sulla parola. Ma questo non solo è arroganza: è una copertura. Se non è accaduto nulla d’improprio, allora perché la Casa Bianca non divulga tutti i dettagli delle conversazioni?
La domanda cruciale è: chi, nella Casa Bianca di Obama ha avvicinato Sestak? È pressoché impossibile che una proposta di tali dimensioni, specialmente quella di una posizione a livello di gabinetto come il segretariato alla Marina, sia sta formulata senza che ciò venisse a conoscenza del presidente e avesse il suo assenso. Obama sapeva? e quando ha saputo?
In essenza, il Watergate fu uno scandalo provocato dalla criminosità e dall’abuso di potere che pervadevano la Casa Bianca di Nixon: e alla fine ha distrutto l’amministrazione di Richard Nixon.
Lo scandalo Sestak è il Watergate di Obama, un cancro politico destinato a divorare lentamente la sua presidenza. Prima consumerà gli "uomini del presidente", perché stanno cercando disperatamente di contenere il danno e molti potranno anche cadere sotto le loro lame. Ma questo cancro minaccia di diffondersi in breve al vertice, reclamando Obama come suo genitore e vittima ultima.
[L'articolo è apparso su The Washington Times del 27-5-2010]
Note
[1] Lo scandalo “Watergate” — un residence di Washington che ospitava il quartier generale elettorale del Partito Democratico — scoppiò nel 1972 e portò all’impeachment e poi alle dimissioni dell'allora Presidente repubblicano degli Stati Uniti Richard Nixon (1913-1994), accusato di aver usato i servizi segreti per spiare l’avversario politico.
[2] La frase è contenuta nella IV sezione del II Articolo della Costituzione americana, che recita: "Il Presidente, il Vice Presidente e tutti i funzionari civili degli Stati Uniti, saranno rimossi dai loro uffici se incriminati e dichiarati colpevoli di tradimento, corruzione o altri alti (gravi) crimini e malefatte".
[3] L’acquisto di voti di deputati della Louisiana; l’ironia sta nell’usare l’identica terminologia con cui si denomina l’acquisto del territorio della L. dalla Francia di Napoleone nel 1804.
[4] Noto anche come “Nebraska Compromise” è uno scambio proposto nel dicembre del 2009 dal leader della maggioranza democratica al Senato americano Harry Reid al senatore democratico del Nebraska Ben Nelson al fine di assicurarsi il suo voto a favore del disegno di legge "Patient Protection and Affordable Care Act", voto che avrebbe fornito ai democratici i sessanta voti richiesti per bloccare l’ostruzionismo repubblicano.